LA MUSICA È PER TUTTI!
All’inizio di ogni nuovo anno scolastico, mamme e papà si informano per impegnare i figli in attività di ogni genere.
Mi ha sempre stupito come, in questo cercare, la musica non sia spesso tra le prime scelte, a meno che il bambino, la bambina, non abbiano uno spiccato senso ritmico, una buona intonazione e magari qualche parente più anziano, appassionato di musica, se non addirittura musicista.
Eppure la musica, o meglio il suono, è alla base della crescita del bambino. Per nove mesi il piccolo si forma e cresce nel grembo materno, “prima orchestra”, e vive la sua relazione con la mamma e con quello che gli giunge dal mondo esterno, attraverso le onde sonoro-liquido-emotive del liquido amniotico.
Tutto è suono, tutto è movimento. Nel grembo materno non esiste il silenzio.
Dopo la nascita il bimbo sperimenta il distacco fisico dal corpo della mamma, scopre la gravità, impara da subito a respirare con i suoi polmoni. Un cambiamento radicale.
Di quelle memorie originarie dei suoni, dei timbri, dei ritmi ascoltati e vissuti nei primi nove mesi, il piccolo farà tesoro tanto che, nel corso della sua crescita, diventeranno canto, parola, linguaggio, ma anche ordine ritmico e nel movimento, numero, misura. La relazione originaria darà un’impronta indelebile alla relazione che il bambino svilupperà con la mamma, con il papà e le altre figure famigliari.
Obiettivo del percorso di educazione musicale non è creare musicisti, ma crescere bambini sereni e consapevoli di sé stessi.
C’è modo e modo di fare musica. Sul mercato esistono tante metodologie, alcune di stampo umanistico, altre di tipo addestrativo. Difficile per i genitori scegliere e comprendere, a volte, quale pensiero educativo ci sia alla loro base.
Per tanti anni ho proposto laboratori musicali per piccoli gruppi di bambini di diverse età.
Oggi, più che mai, sento urgente il bisogno di creare spazi di condivisione, luoghi inclusivi, dove i bimbi più “svegli” imparino ad ascoltare e attendere i compagni che apprendono più lentamente, dove quelli timidi si sentano accolti e comincino ad esprimersi con maggiore naturalezza, dove il passo di chi cammina adagio (e non solo per allegoria) sia ricchezza per tutti.
E’ un sogno?
Possiamo giocare con la musica, suonare, cantare, danzare insieme, ascoltandoci e ascoltando?
Dico sempre ai bambini: “in musica vince chi va insieme agli altri e non chi arriva primo”.
Ecco allora che nel piccolo gruppo, attraverso il fare musica insieme, e in base all’età, si impara divertendosi. Perché senza emozioni positive, gli apprendimenti sfumano, gli sforzi sono inutili, e le reazioni oppositive o rinunciatarie di bambini iperattivi o apatici, ci dicono quanto sia difficile per loro mettersi in gioco.
A breve uscirà il calendario dei nuovi corsi inclusivi di educazione musicale proposti dallo Studio Balestracci Beltrami.
Se sei interessato/a, contattami al 333 8294355.